Cos’è GEA

Gea è un luogo itinerante. E’ riconnetterci con la nostra Natura attraverso i sensi e i luoghi naturali. 

E’ un’attitudine a riconoscere Madre Natura nel suo ruolo di guida dei nostri processi interiori di integrazione ed equilibrio, di ritorno all’armonia ed alla salute.

La meditazione e la consapevolezza corporea nel verde favoriscono enormemente lo scambio trasformativo tra persona e natura, e il ritorno dell’Essere umano al suo originario stato di bellezza, gioia e salute.

Tornare alla propria Natura è un modo per perseguire la propria identità più profonda sempre più da vicino. Questo percorso ci restituisce integrità e libertà.

Cos’è l’Ecopsicologia

Riconoscendosi come parte di questo Tutto, l’essere umano ritorna alla Natura, alla Sua natura, e si riconnette profondamente alla sua libertà, alla Sua vitalità, alla Sua autenticità istintiva, alla Sua intuitività naturale.

E così la nostra psiche acquisisce ampiezza e spessore, passa dall’Io sono delle consuetudini e delle abitudini quotidiane, all’Io Sono in quanto Microcosmo in un Macrocosmo, cioè contemporaneamente un Tutto ed una parte imprescindibile di un Tutto. L’ecopsicologia fa questo. Pone l’uomo come essere naturale all’interno di una rete che lo connette alle sue radici, nella terra, vivente.
E la Mindfulness Psicosomatica co-crea questa possibilità di riconoscersi esistere.

Cos’è la Mindfulness Psicosomatica

La parola mindfulness in inglese significa pienezza della mente, intesa come piena efficienza e soprattutto come piena presenza mentale. Ma la Mindfulness è molto più di questo. Entrando in uno spazio di mindfulness mi accorgo di quanto sia potenzialmente vasta la mia percezione, di quanto il mio intuito superi i limiti della logica, di quante conoscenze siano depositate nei miei magazzini di memoria e quotidianamente in apparenza inutilizzate o non integrate.

Quando siamo in mindfulness tutto il cervello funziona come un’unità, cioè come è sua natura funzionare, e quindi le aree della neocorteccia (intuizione, pensiero logico, linguaggio, creatività ed altre funzioni superiori) sono in sintonia con le aree più interne e più primitive, quelle delle emozioni e dei ricordi associati ad esse, quelle dell’istinto e quelle delle funzioni autonome come la postura, il battito del cuore, la digestione, la regolazione della temperatura corporea, l’equilibrio.

L’ideatore della Mindfulness in occidente è Jon Kabat Zinn, biologo e medico, che venendo a contatto con le filosofie orientali e le loro varie modalità di meditazione, ha preso spunto da vari aspetti di queste antiche conoscenze ed ha coniato un metodo con cui occuparci di molti problemi di salute psicofisica e malattie organiche, tra cui lo stress ed i disturbi associati allo stress, la sindrome metabolica per esempio, i disturbi alimentari, la depressione, i disturbi del sonno, i disturbi metabolici, i disturbi neurologici e immunitari, la SLA, la sclerosi multipla ecc.

Dalla Mindfulness di Kabat-Zinn ci sono state poi delle diramazioni basate sugli approfondimenti e sugli studi specifici che sono stati fatti. In particolare l’approccio PNEI cui faccio principalmente riferimento io, ha il fine di integrare sia nella ricerca che nell’applicazione con le persone, le conoscenze del funzionamento psicologico, neurologico, endocrinologico e immunitario.

La scuola di Mindfulness Psicosomatica in cui ho studiato per due densissimi anni per un master, e con cui collaboro tuttora, è ideata e gestita da un altro medico, il Dott. Nitamo Montecucco, che ha vissuto tanti anni in India, poi negli USA, ed ha approfondito la ricerca in ambito di neuroscienze, in ambito di fisica quantistica, di elettromagnetismo. Ha ripreso le ricerche di Reich e Lowen sulla bioenergetica, e tante altre cose. Il Dott. Montecucco ha coniato la Mindfulness Psicosomatica integrando tutti questi studi. Ha apportato inoltre contributi interessanti riguardo la spiritualità intesa come quel sentimento di integrità e trascendenza che arriva quando ci sentiamo parte di un grande disegno, un grande ecosistema, che ha in se tutto il vivente e tutte le leggi che governano l’Universo. In quei momenti percepiamo il nostro Sé espanso e la nostra identità più sfumata, meno rigida.

La parola psicosomatica indica che nell’unità mente-corpo tutto ciò che è mente, e quindi pensiero ed emozioni in tutte le loro declinazioni (convinzioni, sentimenti…) è anche corpo e quindi stati fisici, tensioni fisiche o rilassamento fisico, malessere o benessere fisico, respiro, palpitazioni o bradicardia, rilascio ormonale, intorpidimenti muscolari o contratture, blocchi insomma, energia che non scorre, che resta stagnante, che si indebolisce o si ingolfa, diciamo. Tutto questo appartiene alla sfera psicosomatica.
Se ci pensi un attimo quando la mente ti dice che sei felice o triste o stanco, sta leggendo e interpretando dei segnali del corpo ed il linguaggio del corpo è qualcosa che arriva di rado alla consapevolezza se non attraverso l’etichetta che la mente mette. Cioè spesso non pensiamo “sento il cuore che batte lento, i muscoli appesantiti e indolenziti, i pensieri sconnessi e rallentati, confusione, la vista offuscata, un forte bisogno di silenzio e di allungarmi un po’.” Pensiamo “Sono stanco”.

Le tecniche di Mindfulness Psicosomatica ci permettono di ascoltare il linguaggio del corpo stando nel corpo. Nel corpo intero. Nel corpo adesso. E ciò comprende la mente, cioè i pensieri, le emozioni, i sentimenti, e le sensazioni fisiche, cioè i suoni che arrivano dalle orecchie, i gusti che arrivano dalla lingua, le tensioni che arrivano dai muscoli, le sensazioni sulla pelle, il respiro, il cuore, la temperatura o le temperature del corpo, e tutte le sensazioni che costantemente sono frutto del nostro essere vivi e stare nella vita.