Se ci pensiamo 100 anni fa c’erano le candele, e non solo per meditare, celebrare e festeggiare, ma per illuminare (un po’) le notti, soprattutto quelle in cui la luna non era piena, altrimenti bastava quella perché come possiamo sperimentare, i nostri occhi si adattano alla luce.
L’avvento dell’ energia elettrica ha agito fortemente su tutto il nostro sistema nervoso, ed in particolare sul sistema nervoso autonomo.

Questo significa che ha agito sulle funzioni primarie, le quali avvengono autonomamente e spessissimo fuori dal nostro campo di coscienza, ed hanno a che fare con il ritmo circadiano, cioè acquisiscono nel tempo una certa prevedibilità, perché il corpo impara ad attivarle più o meno sempre alla stessa ora, regolandosi in base alla luce solare, ed ora anche quella artificiale.
Tra queste funzioni possiamo citare la digestione, il ritmo sonno/veglia, il ritmo attività/rilassamento, la capacità di adattamento degli occhi e delle retine alla luce, che come un otturatore o un diaframma di una macchina fotografica, si dilata o si restringe.
Andando nello specifico, possiamo notare che il pancino inizia a gorgogliare sempre più o meno alla stessa ora, e questo attiva la mente a darci il messaggio “Fame!”.
Allora stesso modo nell’arco della giornata l’energia nel nostro corpo, ed il nostro assetto ormonale, hanno una dinamica abbastanza prevedibile, in una giornata tipica.
Questo può essere utilissimo se osservato, per conoscerci più a fondo, uscire dagli automatismi on/off indotti dalla luce artificiale, e scegliere ad esempio in che fasce orarie organizzare quelle date attività e quegli appuntamenti.

Proviamo ad usare l’energia elettrica, così, per gioco, per il tempo strettamente indispensabile, anche solo per qualche giorno, e vedremo cambiare curiosamente il funzionamento del nostro sistema nervoso, la nostra percezione del mondo circostante, dei colori e delle gradazioni di grigio. E vedremo quanto è più dolce il passaggio dalla notte al giorno, e dal giorno alla notte, e quindi dall’attività al rilassamento e al sonno, e dal sonno, al risveglio, all’attività. E quanto i nostri occhi si riposano ed al contempo si adattano spontaneamente alla luce naturale. Quando le pupille si dilatano attivano nel nostro sistema un assetto di rilassamento, e per farlo hanno bisogno di luci tenui e indirette. Inutile chiederci quanto questo è presente nella nostra vita quotidiana, tra smartphone e TV sempre piazzati davanti agli occhi. Riflettiamoci, così, per poter fare piccoli cambiamenti o esperimenti utili per metterci un po’ in gioco, oltre il consueto e l’abitudine.
La natura naturalmente ha un’ attitudine naturale alla gentilezza.
Dott.ssa Eleonora Di Federico
Ecopsicologia, psicosomatica e meditazione

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